Emis Killa
7:20 pm, 7 Luglio 16 calendario

Emis Killa chiude con il rap di nicchia

Di: Redazione Metronews
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MUSICA Tra i tormentoni estivi c’è anche “Cult”, l’ultimo singolo di Emis Killa. Un brano dal ritmo solare e ballabile, ma con un testo malinconico (e un divertente video vicino ai tre milioni di visualizzazioni), dove il rapper milanese rimpiange il passato, gli eroi anni Novanta e il periodo della sua adolescenza spensierata. Ecco la nostra intervista esclusiva.
Emis, lei ha solo 26 anni e già guarda al passato: come mai?
Perché negli ultimi tempi la mia vita ha avuto una forte accelerazione: prima facevo quel che volevo, mentre oggi sono pieno di impegni. Da una parte sono felice per quel che ho raggiunto, dall’altra sento un po’ di nostalgia per quando con gli amici andavo in giro a fare il matto. Mentre oggi è un problema anche solo fare una passeggiata in piazza Duomo e prendermi un gelato. L’anonimato un po’ mi manca.
Fare il giurato a “The Voice” le ha dato ancora più popolarità: lo rifarebbe?
Non lo so. È stata un’esperienza istruttiva, che mi ha fatto conoscere i meccanismi della Tv e il dietro le quinte. Una bella crescita professionale. Mi sono piaciuti meno i tempi folli per le registrazioni, l’essere occupato per così tante ore: è totalizzante. Ora, invece, ho deciso di concentrarmi sulla musica. A cominciare dall’estate, dove farò festival, promo, radio. E poche vacanze.
Sta lavorando a un nuovo album?
Sì, ho scritto delle cose, stiamo ascoltando i provini. Vorrei farlo uscire entro l’anno, poi si vedrà. E, se prima ho mantenuto sempre un certo equilibrio, questo sarà un disco di contrasti, bianco e nero: ci saranno pezzi molto pop e altri decisamente cupi.
Che ne pensa della nuova scena rap italiana?
Dopo i rapper della mia generazione, c’è stato un periodo di buio totale prima della rinascita. Ora stanno uscendo molti ragazzi, ma io non mi attacco al treno dei giovani e vado per la mia strada. Voglio uscire dalla bolla del rap di nicchia e piacere un po’ a tutti. In una parola, voglio crescere. DIEGO PERUGINI

7 Luglio 2016
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