AMMINISTRATIVE TORINO
12:02 am, 16 Giugno 16 calendario

“Torino deve ripartire dalle piccole imprese”

Di: Redazione Metronews
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Lei ha posto come uno dei temi più importanti della sua campagna elettorale il rilancio dell’occupazione, rivolgendosi al ceto medio torinese. In particolare alle Pmi e agli artigiani, che l’hanno premiata portandola al ballottaggio. A parte il fondo di 5 milioni che lei propone per far ripartire l’economia locale, non pensa che anche Torino debba fare i conti con un’economia sempre più globalizzata e competitiva?
Le città nell’economia moderna devono diventare delle fabbriche del sapere mettendo a sistema, in un modo sempre più efficiente, l’istruzione, in particolare quella universitaria, la ricerca e il mondo produttivo. Per fare questo bisogna creare quella densità critica di saperi multidisciplinari che non sempre sono nelle grandi imprese. Il modello dell’innovazione si è spostato, ormai da tempo, nelle piccole start up che si occupano, a costi più contenuti, di fare innovazione. A questo punto le grandi aziende si inseriscono industrializzando il prodotto o il servizio innovativo. Torino ha già un tessuto che le consente di competere con alcune aree di grande sviluppo in Europa e pensiamo che si debba ripartire da lì. Questa è la ragione per la quale desideriamo mettere al centro delle trasformazioni urbanistiche le aree per gli insediamenti delle PMI. Siamo ad una svolta storica nella quale anche le grandi imprese ricercano, in giro per il mondo, le aree nelle quali esistono le competenze multidisciplinari che gli occorrono.
Trasporti, un elemento molto caro ai nostri lettori, in maggioranza fruitori del Tpl. Torino in questi anni ha investito molto in questo settore. Qual è la sua ricetta per migliorare questo servizio così importante rispetto a chi l’ha preceduta?
Il servizio di trasporto pubblico oggi ha una velocità commerciale media di circa 15 km all’ora, il che limita fortemente la convenienza e la portata del servizio e incentiva l’uso del mezzo privato. Con pochi accorgimenti, praticamente a costo zero, come la priorità semaforica, l’ottimizzazione delle fermate e dei percorsi, questa velocità può essere portata a 22-23 km all’ora, aumentando quindi il numero delle corse e delle persone trasportate a parità di mezzi ed autisti. Un servizio più veloce diventa anche maggiormente attrattivo e consente di ridurre la congestione, l’inquinamento e l’incidentalità cittadina. Le azioni si strutturano quindi su due direttrici: da un lato le nuove grandi infrastrutture, come il completamento della linea 1 della metropolitana, l’avvio della costruzione della linea 2, la connessione con l’Aeroporto di Caselle, il completamento del passante ferroviario e l’apertura delle stazioni di Dora, Zappata (Crocetta) e San Paolo. Un’altra direttrice è rappresentata dall’investimento sulla rete esistente, in particolare quella tramviaria. Torino pur avendo una delle reti tramviarie più estese d’Italia non acquista vetture da più di 13 anni e ha dismesso alcune linee, basti pensare al 18 (tratta nord/sud della città). Una nostra proposta è di introdurre delle linee express che consentano di connettere tutti i quartieri di Torino con il centro in 19 minuti.
Ambiente: la città, nonostante i dati Arpa che hanno registrato una graduale diminuzione delle emissioni da polveri sottili, resta tra le più inquinate d’Italia. Quali politiche intende metter in atto per aggredire davvero un problema che investe la salute dei cittadini?
In parte ho già risposto nella domanda precedente. Le politiche ambientali sono di ampio respiro e devono essere trasversali alle altre competenze del comune, iniziando proprio dai trasporti. Abbiamo anche molto insistito sulla riqualificazione degli edifici esistenti, in particolare dal punto di vista energetico, perché sappiamo che solo in questo modo si può creare sviluppo sostenibile che genera esternalità  positive per l’ambiente.
Debito comunale. Il suo avversario rivendica il fatto di averlo abbassato per 600 milioni di euro, ma sulla carta resta un disavanzo di 2,8 miliardi. Sarà sufficiente adottare i tagli alla spesa corrente? Quale sarà la sua azione politica per rimettere i conti a posto in modo strutturale?
La Città ha un debito molto importante, circa 3 miliardi di euro, che è stato ridotto in questi 5 anni con operazioni spot e senza un piano pluriennale. La prima azione che approveremo sarà una ricognizione del debito ed una/due diligence al fine di appurare non solo l’ammontare del debito ma soprattutto la sua composizione. Lo scopo sarà sicuramente quello di liberare risorse per gli investimenti e per garantire i livelli di welfare. Una delle opzioni sarà sicuramente quella di pensare a una rinegoziazione del debito.
PAOLO CHIRIATTI

16 Giugno 2016
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