Delitto Rosboch L’auto al setaccio
TORINO Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte, strangolata e poi gettata in una discarica, si è difesa quando è stata aggredita: tracce della lotta potrebbero ancora essere sull’auto, la Twingo sulla quale la donna è salita insieme a Roberto Obert e Gabriele Defilippi.
Il particolare è emerso ieri nel corso del conferimento al Ris di Parma di analizzare appunto la vettura. Non solo: sarà controllato anche il vetro di un parabrezza della Twingo che Obert fece sostituire pochi giorni dopo il delitto. Il vetro è stato recuperato dai carabinieri e mostra in altro a destra un’incrinatura. A romperlo, per gli inquirenti, sarebbe stata Gloria con un calcio.
Ieri poco prima del conferimento della consulenza, Gabriele Defillippi ha incrociato in procura la madre Caterina Abbatista, che stava per essere interrogata dal procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando. Madre e figlio si sono abbracciati e hanno pianto e per qualche minuto hanno potuto scambiare qualche parola. La donna è stata poi interrogata per sei ore nel corso delle quali ha ribadito, piangendo, di non aver preso parte nè alla truffa nè al delitto. «Sono stata tutto il tempo in ospedale, al lavoro», ha ripetuto, anche se le celle telefoniche la collocavano a Montalenghe, lontano dal nosocomio. Per questo la prossima settimana sarà disposta anche una consulenza sui telefoni in uso alla donna. Il 13, invece, ci sarà l’atteso confronto tra Gabriele e Roberto.
REBECCA ANVERSA
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