Claudio Corbino
7:00 pm, 27 Ottobre 15 calendario

Migranti capitale umano

Di: Redazione Metronews
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Il silenzio che ha, d’improvviso, avvolto il tema dei migranti, altro non è se non la plastica rappresentazione dell’incapacità dell’Unione Europea di trovare una soluzione al problema. La questione, in effetti, non è solo meramente legata al dato numerico delle quote, e cioè di quanti migranti ciascun paese è chiamato a farsi carico, ma abbraccia e informa di sé l’idea stessa di Europa: il Vecchio Continente pare oscillare tra l’affannosa e tardiva ricerca di un nuovo equilibrio geostrategico post-muro di Berlino e la costruzione di nuovi muri, materiali e non, per arginare l’ondata di stranieri “invasori”, se non, più verosimilmente, per inseguire il populismo di alcuni fondato sull’antica paura della diversità che ogni straniero porta inevitabilmente con sé. Seppure tardivamente la Germania ha rilanciato in un sol colpo l’idea di una nazione guida dell’Europa e il sentimento stesso dell’essere europei. Quand’anche fossero vere le catastrofiche previsioni di chi annuncia una nuova ondata migratoria di 700 mila persone, essa rappresenterebbe un impatto pari allo 0,1% della popolazione europea.
La vera sfida per l’Unione Europea non è tanto dunque quella di trovare un accordo sulle quote-migranti per ciascuno Stato, quanto quello di spostare la competenza sulla questione migrazione, dal ministero dell’Interno a quello del Lavoro.
Nessuno può negare come le ondate migratorie comportino anche questioni di ordine pubblico e di natura logistica. Ma il fenomeno, definito dalla Merkel “la più grave crisi da quando sono al governo” non può essere  ridotto al tema: “prendo lo straniero, evito che delinqua e lo mando altrove”. Questa impostazione denuncia, di fatto, l’idea che ogni straniero porti con sé una potenzialità criminogena. In altri termini quest’idea è riassumibile in un termine odioso ma preciso: razzismo.
Tentare di spostare la competenza verso il ministero del Lavoro, vuol dire seguire una linea già intrapresa in Germania, dove si sta cercando di gestire il flusso dei migranti attraverso l’analisi specifica delle competenze, a partire da quella linguistica, e l’inserimento in specifici programmi di formazione volti a classificare e a valorizzare le varie competenze lavorative. Questo darebbe la possibilità di utilizzare il capitale umano dei migranti in segmenti di mercato che necessitano di professionalità spesso assenti nel panorama del nostro paese.
CLAUDIO CORBINO
Presidente associazione diplomatici
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27 Ottobre 2015
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