Eternit bis
2:26 am, 12 Maggio 15 calendario

Eternit bis, si riparte con la nuova accusa

Di: Redazione Metronews
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Torino. Si ricomincia. Questa mattina muoverà i primi passi a Torino il nuovo processo contro la Eternit. L’imputato è sempre il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, patron della fabbrica di amianto che ha ucciso migliaia di persone in tutta Italia. Questa volta lo svizzero è accusato di omicidio volontario in relazione alla morte di 258 persone causata sempre dall’esposizione all’amianto. In occasione del processo, vista la quantità di persone interessate, verranno allestite almeno due maxi aule al piano interrato del tribunale.
Gran parte dell’udienza dovrebbe essere dedicata alle richieste di costituzione di parte civile. Fra le carte che la difesa potrebbe giocare c’è quella della competenza territoriale e quella del “ne bis in idem”, sostenere cioè che questo processo non va celebrato perché Schimdheiny è stato già prosciolto per prescrizione dall’accusa di disastro ambientale. A tenere le fila delle centinaia di faldoni dell’inchiesta è sempre il pm Raffaele Guariniello. Ma anche in questo caso all’orizzonte c’è lo spettro della prescrizione, come già accaduto a novembre quando Mr Eternit fu prosciolto in terzo grado.
«Una sentenza che con la legge sugli Ecoreati non ci sarebbe stata», commentarono le associazioni delle vittime. Ma proprio la settimana scorsa l’iter della legge è stato rallentato da una nuova modifica alla Camera. «Davide contro Golia – definisce la vicenda l’Osservatorio nazionale amianto – i famigliari delle vittime del Casalese e degli altri territori vittime dell’Eternit contro uno dei magnati della finanza internazionale, potente e con amicizie influenti». L’Ona chiederà che la Procura disponga ulteriori indagini per accertare eventuali collusioni «che hanno permesso all’imputato Schmidheiny di compiere indisturbato la sua azione».  
L’intervista
In autobus, da Casale Monferrato a Torino, come se quella maledetta notte di novembre non ci fosse mai stata e la Cassazione non avesse assolto il patron della fabbrica della morte. Assunta Prato è un volto storico della resistenza di Casale, membro di Afeva. 
Come fate a non arrendervi?
Ci diamo forza l’un l’altro. Certo, molte persone le abbiamo perse, ma noi saremo sempre qui. 
Si ricomincia con un’accusa differente. Omicidio volontario e non disastro ambientale. Che prospettive avete? 
Incerte. Potrebbe finire come l’altro processo, potrebbe perfino intervenire il tribunale di Strasburgo, ma vede la condanna non è il nostro unico obiettivo. Abbiamo visto aumentare la consapevolezza nei giovani, con le aule interattive è nato un progetto amianto che ha coinvolto centinaia di ragazzi. Frutto anche della nostra resistenza. 
All’indomani della Cassazione si chiese di accelerare l’approvazione della legge sugli ecoreati che allunga la prescrizione. Ma quella legge non c’è ancora.
Con la nostra presenza, nell’aula e anche fuori, vogliamo gridare che bisogna far presto. Anche per questi seguiremo il processo, per far presto. Bisogna approvare quella legge. 
STEFANIA DIVERTITO

12 Maggio 2015
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