caso meredith
8:47 pm, 30 Marzo 15 calendario

Sollecito: Ora basta chiamarmi assassino

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Sono completamente estraneo a questa vicenda e non accetterò più di essere definito “assassino”». Così Raffaele Sollecito dopo essere stato assolto insieme ad Amanda Knox, con sentenza definitiva della Cassazione, per l’omicidio di Meredith Kercher. «Mi sento come un sequestrato che dopo 7 anni e 5 mesi è tornato in libertà – ha proseguito Sollecito – per tutto questo tempo sono stato considerato un assassino senza uno straccio di prova. Mi dispiace che la famiglia di Meredith sia delusa, ma mai come in questo caso rappresenta la verità dei fatti».
«Non ho nulla a che fare con questo delitto – ha insistito Sollecito – conoscevo Meredith in modo blando e non avevo motivi di astio nei suoi confronti. Ringrazio i giudici che hanno creduto in me, perchè mi hanno restituito la dignità ma la mia anima rimarrà marchiata a vita e questa ferita non si rimarginerà mai perchè troppo profonda nel mio cuore. La mia famiglia e la mia vita sono state fatte a pezzi da accuse inventate, anche se i fatti erano chiarissimi sin da pochi mesi dopo il mio arresto. Anche se il sistema alla fine ha funzionato, 7 anni e 5 mesi per un esito che si conosceva da anni sono troppi. Forse un giorno scriverò un libro. Per me è l’inizio di una nuova vita e il ritorno ai miei affetti e ai miei progetti».
Con Amanda solo amici
Quanto ad Amanda: «Quella tra noi era solo una storia di affetto tra ragazzi. L’ho sentita di recente, ci siamo scambiati gli auguri e siamo entrambi molto felici. Non so se ci vedremo in futuro, ma non ho questo desiderio. La nostra è rimasta un’amicizia come tantissime altre». Infine un appunto su Rudy Guede: «Non lo conosco affatto e quindi non ho nulla da dire su di lui», ha concluso Sollecito parlando dell’unica persona condannata per il delitto. Ma uno dei suoi avvocati, Luca Maori, ha aggiunto una sorta di appello: «C’è una persona che sa come sono andate le cose, perchè il delitto è avvenuto per mano di Rudy Guede che è stato condannato con una pena bassissima. È giusto che faccia sapere cosa è successo, lo deve soprattutto alla famiglia di Meredith».
Pronti a chiedere risarcimenti
Ora gli avvocati di Raffaele Sollecito aprono il fronte risarcimenti: «Valuteremo eventuali istanze relative all’ingiusta detenzione», ha detto il legale Giulia Bongiorno, spiegando che eventuali azioni di «risarcimento e responsabilità civile non saranno alimentati da sentimenti di vendetta che non sono presenti nell’animo di Sollecito». Quanto alla responsabilità civile dei magistrati inquirenti, «quello della responsabilità civile dei magistrati è un istituto serio che non va esercitato con spirito di vendetta – ha spiegato Giulia Bongiorno – e allo stato non ci sono iniziative di questo genere». Per Amanda e Raffaele è probabile che si arrivi al massimo dell’indennizzo riconosciuto per l’ingiusta detenzione, pari a 516 mila euro ciascuno.
Detenzioni ingiuste pagate care
Gli ultimi casi eclatanti sono stati quelli dell’operaio marocchino Mohamed Fikri, risarcito con 10 mila euro perchè finito in cella per sbaglio nel caso Yara e quello di Vittorio Emanuele di Savoia, risarcito con 40.000 euro per sette giorni di carcere a Napoli. Nel 2014 lo Stato italiano ha speso 35,3 milioni per riparare ad ingiuste detenzioni ed errori giudiziari, il 41,3% in più rispetto al 2013 (995 le domande liquidate). In 22 anni, dal 1992 al 2014, l’ammontare delle spese per riparazioni è stato di 580,7 milioni. Le città con più “riparazioni” sono state Catanzaro, Palermo, Napoli e Roma. Ma il 2014 ha registrato un incremento record anche dei pagamenti per i casi di errore giudiziario: dai 4.640 euro del 2013 (4 casi), al milione 658 mila euro andato lo scorso anno a 17 persone.
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30 Marzo 2015
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